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LUIGI PRESICCE Porto Cesareo
(Le ),1976 . Vive e lavora a Milano.
Diplomatosi all'Accademia di Belle Arti di Lecce, partecipa a numerose
video rassegne e nel 2002 realizza precocemente importanti personali dal
titolo Philophobia -intesa come paura degli altri, difficoltà di
relazione, isolamento voluto- accompagnata una piccola storia di un bambino
di nome Luigi, scritta da Luca Beatrice: " un testo anomalo, un po'
fuori dagli schemi
Lui ha scritto di un bambino di nome Luigi ma
quel bambino in realtà è lui, quella forma di philophobia
è la sua, non la mia.
Ogni forma di philophobia ha un suo bosco, una prigione di alberi che
ingabbia mostri, segreti, realtà indicibili
tra quegli alberi
si nascondono tutte le paure che ci portiamo dentro.".(L.P.).
Le sue prime opere sono "lavori aperti", si muovono tra video
e pittura, e la componente del racconto, anche letterario, risulta fondamentale
per la comprensione dell'opera.
Il teatro è una delle fonti principali della sua arte, un punto
di riferimento costante, per l''idea stessa di maschera.
"Il clown in sé è una figura molto triste, il più
delle volte è costretto a dissimulare la tristezza che si porta
dentro.
Anche per Philophobia ho trasfigurato alcuni volti con delle maschere
da maiale, lo stesso Mario Banana il protagonista di Introverso, indossa
una maschera da scimmia; il non voler mostrare quello che si ha dentro
è una forma di philophobia" (L.P.).
Nei dittici di Philophobia, i ritratti di bambini come straniti sono affiancati
a degli scenari molto inquietanti, delle visioni di boschi, provocando
una forte tensione emotiva.
"Ho scelto di congelare la narrazione perché penso sia molto
più terrificante il non sapere cosa di preciso sia accaduto, pur
avendo coscienza che qualcosa è accaduto.
Un ipotetico mostro è ancora più terrificante se non ne
conosci le sembianze.
L'infanzia è il momento in cui si determina la personalità
di un individuo, questa è la chiave di lettura di tutta la mia
opera. (L.P.) Rispetto alla pittura ha un approccio iperrealista sebbene
stia attuando una variazione nella tecnica di esecuzione che gli possa
permettere una pittura che sembra crearsi da sola, una pennellata estremamente
netta e fluida, dove l'acqua completa quasi involontariamente la resa,
creando aloni, sfocature, sfumature. Afferma: "vorrei riuscire a
materializzare nella pittura quello che è il processo mentale del
mio lavoro, che è estremamente aperto
come un principio di
espansione infinito".
http://www.exibart.com/txt/notizia.asp?IDNotizia=5678&IDCategoria=206
http://www.teknemedia.net/news/mostre_artista_news.html?artista=Luigi%20Presicce
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