RAFAEL PAREJA MOLINA (Trento, 1972 - Vive e lavora a Roma)

Manualità e tecnologia.
Da un primo confronto con il pubblico (quello definito "coatto") come graffitista, durante il soggiorno a Parigi, trasferisce il suo segno istintivo sui muri:
dalla bomboletta e dal suo rapporto quasi feticista, passa allo spray, strumento con cui è possibile realizzare in maniera veloce dipinti di grandi dimensioni.
Per le analogie con gli effetti di luce, per la freschezza dell'immagine e l'immediatezza del messaggio.
la "fascinazione" del muro la riporta facilmente sul monitor.
È così che nascono i primi lavori, dominati spesso dalla scansione a dittico, da ricondurre concettualmente a Rauschenberg e realizzati dopo la frequenza all'Accademia di Bologna.
Figlio di un regista, assorbe fin da piccolo la cultura paterna e il fascino dela filmografia più raffinata: accosta così il disegno, la fotografia e alcune immagini, elaborate o meno, assunte dal web; "con un tratto elettrico e raffinato, interiore e complesso raffigura le sue zoografie, mescolando microbiologia e dettagli antropomorfi, disegno e campionamenti mediatici, rimandi al vero con flash di fantasia. E descrivendo abissi visionari e deliri anatomici" .
Questo apparente interesse ossessivo per la biologia, lo porta a guardare "dentro", ad offrire una visione "interna" ed "interiore" di qualsiasi oggetto, affermando di provare fastidio per le immagini "belle" , con la predilezione ad indagare i lati oscuri della mente, le perversioni, le pulsioni incontrollabili
che la razionalità, la geometria, l'analisi cercano di contenere.
Sceglie perciò di rappresentare forme filamentose, dettagli fisici, corpi compressi, estasi mute, mediate dal tratto digitale che le priva dell'istintualità legata alla corporeità, per trasferirle su un piano più mentale.
"P.M. disvela le spinte tra cosa siamo e quel che la mente produce mentre distilliamo adrenalina.
Indaga coscienza e incoscienza del computer.
Sottolinea la bellezza di una tecnologia acida, postgraffitista eppure "leonardesca" nello spirito caldo (…) tra un manualismo che diventa digitale e un'elettronica condotta alla sua essenza." (G. Marziale)


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