Evento a cura di GIUSY CAROPPO
Promosso dal COMUNE DI BARLETTA
in collaborazione con:
Ufficio Circondariale Marittimo di Barletta; Lega Navale Italiana_Sez. di Barletta; Capitaneria di Porto di Molfetta; Zona Fari di Taranto; Associazione Scarti, Apricena; Associazione "Trabucchi del Gargano";
Con il Patrocinio:
della Provincia di Bari e della Provincia di Foggia
Con il contributo di:
Banca Popolare Pugliese; Silitalia - Barletta; A.P.I. - Deposito costiero; Ag. Marittima A. Scorcia, Barletta; Ag. Marittima Internavi, Barletta; Impreport S.r.l., Barletta; Molini Tandoi Pellegrino, Corato
Service audio-video:
Audioone,Barletta; Ospitalità B&B De Nittis, info 0883 571310
Allestimenti:
Eclettica con il contributo di EMMEBI Neon e Vivai Defazio
Organizzazione:
Associazione Culturale Eclettica - Cultura dell'Arte
via del mare, 11 - 70051 Barletta (ba) ;
tel. 0883 531953 - fax 0883 572449
Addetto stampa per Eclettica:
Santa Di Pierro
press@ecletticaweb.it
cell. 3486605531
web site:
www.ecletticaweb.it
e.mail:
info@ecletticaweb.it

Sedi conferenze e laboratori:
· Lega Navale - Italiana Sez. di Barletta - via Cristoforo Colombo, 1
info: tel. 0883 533354 - fax 0883 337647 / www.leganavale.it - barletta@leganavale.it
· Il Brigantino: Ristorante e Stabilimento balneare, Litoranea di Levante. Infoline: 0883 533248- www.brigantino.it-e.mail:info@brigantino.it
· Visite guidate alla mostra in motopesca e laboratori degli antichi mestieri e tradizioni del mare, navigando. (22 /23 / 24 luglio):
Co.Ge.Mo :Partenza Darsena di Levante (ore 13.00-ore 17.00-ore 19.00) : tel. 329 988225

 

Un po' di storia:
i trabucchi ed il faro napoleonico di Barletta

Il termine Trabucco deriva dal latino trabs = trave, legno.
Di origine fenicia, si utilizzava per la pesca a vista o di posta. I "ragni colossali", come li defìnì Gabriele D'Annunzio, venivano costruiti con lunghi pali di pino ed ancorati alle scogliere; da questa base era proteso verso il mare con delle "antenne" che trattenevano, con un sistema di argani, una grande rete (50 x 45 m.) detta "trabochetto".
Per essere "trabuccolanti" o "trabucchisti" non occorreva essere uomini di mare: due erano all'argano, uno come sentinella della presenza di banchi di pesce ed uno addetto ai comandi per l'equipaggio terrestre.
Il sistema di pertiche permetteva che la rete venisse sollevata e portata verso il pontile, quando carica di pesce. Una tipologia di pesca che rappresentava una buona fonte di reddito per due o tre nuclei familiari e non risentiva delle avverse condizioni metereologiche.
Ancorati dove il mediterraneo ha una profondità di almeno 5 metri, con fondale sabbioso, i trabucchi erano orientati verso sud est o nord ovest.
In uso lungo le coste delle Marche e degli Abbruzzi, nei primi del '900 un primo trabucco trovò a Barletta sistemazione lungo il molo foraneo di levante. In questa posizione se ne ricordano tre, mentre uno più antico era installato all'estremo ovest del molo di ponente. Lo scheletro di un solo trabucco resta ancora in piedi sul molo di levante.


IL PORTO DI BARLETTA ED IL FARO NAPOLEONICO

Si deve a Carlo III di Borbone, nel 1750, la dotazione di un nuovo molo per Barletta: dalla Chiesa di S. Cataldo all'"isola" (una porzione di terra staccata dalla sponda). Il porto era allora costituito dal caricaturo di Canosa, antistante Porta Marina. Furono tirate 46 canne di molo (1 canna = 2,14 m): in totale circa 100 m. Fu eretta anche Porta Marina distinguendola dalla Porta di mare posta dove è attualmente la dogana. Del muro di Carlo III oggi restano alcuni resti all'altezza dei portuali: una sequenza di archi fa individuare il posto delle latrine anticamente adiacente al contumaciale, dov'erano isolati in quarantena i naviganti sospetti d'essere portatori di contagio.
Il nuovo assetto del porto venne inaugurato nel 1807 da Giuseppe Napoleone I, fratello del Bonaparte, che fu re di Napoli dal 1806: il traffico dei grani rappresentava l'unica risorsa per la città. È all'estremo est dell'isola che viene allora innalzato il FARO detto NAPOLEONICO progettato dall'ingegner Domenico Luigi Chiarelli. Alto quindici metri, constava di una base calcarea piramido-quadrangolare, isolata dall'abitazione del fanalista, alleggerita da archetti all'altezza di cinque metri, forato da quattro occhi di bue. In seguito all'inaugurazione del molo di levante, nel 1879, venne innalzata una torre cilindrica in mattoni, nella cui porzione finale in pietra fu installata la gabbia della lanterna, alimentata ad olio fino al 1913 a luce fissa ed intermittente con l'alimentazione ad acetilene, sostituita poi da illuminazione elettrica. Il faro è attualmente inaccessibile perchè pericolante e necessita di urgente restauro.

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